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#Principesse 2.0

Il titolo non lascia dubbi. La definizione 2.0 (anticipato addirittura da un ashtag) viene ormai usata in ogni campo per rappresentare qualcosa di nuovo, non soltanto in ambito informatico.
Le principesse di Arianna Savolo, illustrate da Erika De Pieri in un libro edito dalla NuiNui, non sono un’eccezione. Sono principesse moderne, quelle che non attendono passivamente il bacio dal principe, che non vivono in funzione di altre persone, ma che scelgono come vivere e portano avanti le proprie idee. Si capisce sin dalla prima pagina: il castello della prima principessa è particolare: le torri sono mulini a vento, il tetto è ricoperto da pannelli solari; nel giardino c’è un immenso frutteto con alberi di ogni tipo. Coltivazione a km zero, si dice. “Zero”  è un termine di cui gli ecologisti si sono appropriati per semplificare i propri obiettivi: zero impatto ambientale, coltivazioni a km zero. Non è un caso quindi che la principessa che vive in quel castello si chiami Zero Waste.
Zero Waste ha obiettivamente un bell’abito. Eredita dalla principesse Disney un certo autocompiacimento nel vestirsi bene e apparire bella, ma c’è una sostanziale differenza: l’abito di Zero Waste è creato con materiale riciclato.
Poi c’è High Tech, una principessa tecnologica. E’ una nativa digitale, gli abiti cambiano colore con un click, praticamente si photoshoppa in real time. La terza si chiama Mindfulness e ama meditare per giorni e giorni. Poi c’è la principessa Influencer, la cui attività principale è ovviamente aggiornare lo status dei propri social network, e la principessa Chef Stellata, alla quale piace cucinare.
Zero Waste organizza una festa per i suoi 18 anni. Lì conosce un principe, ma a differenza di una normale fiaba non si innamora di lui. Anzi, i due parlano dei problemi ambientali del nostro mondo, tant’è che Zero Waste, insieme alle altre sue amiche principesse, decidono di fare qualcosa di concreto.
Sono #Principesse 2.0, come recita il titolo, quindi pensano bene di agire a modo loro e aprire un canale youtube dove  pubblicare soltanto belle notizie. Ma ciò non basta: il principe gli fa notare che dovrebbero essere più attive, così le principesse decidono di viaggiare in quelle parti del mondo in cui c’è bisogno di un aiuto, sensibilizzando sempre di più i propri followers.

La storia è scritta in maniera molto diretta, senza troppi arzigogoli narratologici, utilizzando termini derivanti dalla cultura 2.0 che sempre di più ha preso piede in questi ultimi anni e che ha sorpassato, ormai, la vetusta cultura della televisione, della radio e delle forme di comunicazione che ormai sembrano sempre più definibili come “del secolo scorso”.


I termini sono quelli più famosi: influencer, youtube, instagram… manca Tik tok, ma diciamo che un bambino curioso che conosce anche in modo indiretto la cultura 2.0 può esserne attratto. Ma ovviamente questo è solo un tramite. Utilizzare, anche in maniera sfacciata, termini alla moda, è il cavallo di troia che porta il giovane lettore (o lettrice ovviamente), a leggere una storia che fa dell’ambientalismo il tema principale. Racconta di come siano datate le principesse che non si danno abbastanza da fare (a dire il vero anche la Disney ormai ha sdoganato questo concetto) e le porta a pensare che ognuno di noi debba coltivare e portare avanti una seria coscienza ecologica. Sembrano temi ai quali sembriamo  abituati, ma in realtà è sempre importante porre i bambini di fronte a questo problema, soprattutto perché nonostante ci sia una crescente domanda ambientalista, siamo portati per motivi di tempo, spazio e opportunità, ad agire in maniera anti-ecologica.
Ben vengano quindi libri come questo!

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